Come nasce un libro
Dall'idea alla libreria
Come nascono le pagine
Il testo c’è, le immagini anche. Ora bisogna miscelare il tutto, ovvero sistemare tutti gli elementi di un libro nelle pagine vere e proprie. È l’impaginazione (o layout di pagina) di cui si occupa il grafico. Il grafico deve prendere altre decisioni: che tipo di carattere o font usare (souvenir, palatino, century, futura, helvetica...), il corpo dei caratteri, cioè quanto devono essere grandi (nei libri per i bambini più piccoli il corpo è molto grande, talvolta addirittura in stampatello MAIUSCOLO), l’interlinea (cioè la distanza tra una riga e l’altra), l’ampiezza dei margini sia in alto che in basso che lateralmente. E poi: dove sistemare i numeri di pagina, come contraddistinguere i capitoli, dove collocare l’indice. I libri, poi, non hanno tutti lo stesso “formato”, anche se la gran parte sono rettangoli in verticale con i lati di varie misure. Mentre formati quadrati o rettangolari in orizzontale sono diffusi tra gli albi illustrati per bambini.
E infine, le bozze
I disegni, se arrivano su carta, vengono scansionati, cioè fatti passare in un apparecchio che si chiama scanner, e che fotografa la pagina ricavandone un’immagine digitale a disposizione nel computer, come il testo e tutti gli altri elementi. Si procede quindi alla video-impaginazione e le pagine ottenute vengono stampate per controllare la coerenza testo e immagine, e per un’ultima revisione del testo che si chiama correzione di bozze. Il correttore, dizionari alla mano, legge parola per parola, e annota a matita errori ortografici, di sillabazione, e i cosiddetti refusi, cioè distrazioni (lettere invertite, parole attaccate, punteggiatura mancante...). Si inseriscono poi le correzioni nel testo e c’è il tempo per un’ultima lettura prima della stampa.
Mister Baskerville e il signor Bodoni
Quando scriviamo un testo al computer possiamo selezionare il tipo di caratteri. Sono gli stessi che venivano usati dagli antichi stampatori, e dietro a molti di essi c’è una vera e propria storia. Per esempio il Garamond, uno dei più antichi, dallo stampatore francese che usò per primo sia il tondo che il corsivo; il Baskerville, dal cognome di uno stampatore inglese rivoluzionario del ’700; il Bodoni, dal nome del re dei tipografi italiani (1740-1813), stampatore alle corti più importanti. E ancora il Times, usato dal 1932 per stampare l’omonimo quotidiano inglese; e il Typewriter, che riproduce i caratteri delle macchine per scrivere (in voga prima dell’avvento dei computer).
La parola a...
Sara Benecino, grafica (Edizioni San Paolo, Scuola del fumetto)
«La parte che più mi fa brillare gli occhi è quando, girando per gli scaffali nelle librerie, cerco di catturare le sensazioni delle persone che stringono in mano un mio lavoro. In libreria una buona copertina è quello che conta, la mia copertina: che felicità!».
Sulle tracce di Jojo
La grafica
Jojo è pronta per essere messa in pagina. Il grafico pensa di utilizzare come elemento che caratterizza la collana “Jojo detective” l’immagine di alcune impronte digitali che compaiono ai bordi della pagina, come fossero lasciate dal lettore stesso. Il testo scorre intorno ai disegni più piccoli, mentre nei punti più importanti della storia il disegno è a tutta pagina o addirittura a doppia pagina. Tutti i personaggi vengono rappresentati prima dell’inizio di ogni storia, e i titoli dei capitoli sono scritti in obliquo.